Piccola storia delle sfilate di carri fioriti. L’Egitto e la Grecia sono verosimilmente la culla delle sfilate di carri fioriti. Nei loro culti pagani, gli Egiziani celebravano il toro Apis, mentre i Greci veneravano quello di Bacco, che era immolato in mezzo alle danze rituali e alle grida di gioia. Qualche volta, in alcune civilità, una vittima umana sostituiva il bue. Fin del 1420, per la festa del Carnevale, un bue ornato di piume e di stoffe cangianti faceva il giro della città, trasportando sulla schiena un bambino soprannominato il “Re dei Macellai”. Questa pratica fu proibita nel 1790 poi ristabilita nel 1805. In seguito, il bue e il “Re dei Macellai” furono sostituiti da un carro pieno di ragazze vestite di costumi che si riferivano alla mitologia antica e simboleggiavano l’Amore (da questo proviene il “carro della Regina”). Poi la sfilata si ispirò alla tradizione italiana, con i suoi carretti decorati con frasche e trascinati a braccia per le strade dai partecipanti che, in questa occasione, erano eccezionalmente autorizzati a prendere in giro i notabili locali. A partire dal 1950, le sfilate organizzate nel Sud della Francia hanno preso la piega di spettacoli essenzialmente turistici, con la partecipazione di majorette, di fanfare e di gruppi folkloristici, l’apparizione di battaglie di fiori, lo sviluppo di tribune a pagamento e di aree luna park, senza dimenticare la presenza sempre più diffusa dei trattori che hanno largamente sostituito i cavalli... Tutto questo, purtroppo, a scapito della tradizione e della dimensione spirituale originaria delle sfilate. |